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LO STUDIO DI MONTE OLIMPINO LO STUDIO DI MONTE OLIMPINO

 IL CINEMA FATTO DAI BAMBINI  

Da qualche tempo si era unito al gruppo Giovanni Belgrano che dirigeva didatticamente la scuola speciale della Nostra Famiglia a Bosisio Parini.
Fra i giovani che a Como vedevano i nostri film c’erano maestri e maestre: abbiamo formato a Monte Olimpino una sezione didattica della cineteca e lì si cominciava a ragionare di cinema a scuola, che consisteva allora soltanto nella proiezione in classe di qualche brutto documentario.
Come una maestra giovane, Gabriella, di classe speciale, ha pensato che forse i bambini handicappati (allora cosiddetti subnormali) potevano fare cinema, e come quei bambini hanno fatto il primo film, “La chitarra”, di cinque minuti (1966-67), l’ho raccontato nel mio libro del 1974 “Il cinema fatto dai bambini” edito dagli Editori Riuniti a Roma.
 
Non è solo un caso che sia cominciato in quegli anni il cinema fatto dai bambini: lì perché il nostro cinema di ricerca senza preconcetti andava bene per non rispondere no alla domanda se i bambini cosiddetti handicappati potevano fare cinema, e perché Munari, Belgrano e io andavamo bene per vedere con rispetto e meraviglia il film “La chitarra”.
In quegli anni è cominciato il cinema fatto dai bambini che ha sventolato via gli ultimi fogli di preconcetti che io potevo avere sul cinema: quindici bambini handicappati hanno messo lì un piccolo film di ricerca venuto fuori da una condizione subnormale, da sotto rispetto a dove io mi consideravo autore di cinema, e questo film stava sopra.
Poi con Munari non eravamo d’accordo sul cinema fatto dai bambini: il primo punto di divergenza è nato subito dopo “La chitarra”, quando entusiasti noi tre, io lui e Belgrano, ci siamo proposti di promuovere il fenomeno.
Loro puntavano sulla scienza dei grandi, io puntavo sul movimento dei bambini. Per me si trattava di riprodurre il momento anche casuale in cui la maestra giovane domanda ai bambini: “Volete fare un film?” e moltiplicarlo. Così è venuto buono “La chitarra”, così verranno buoni gli altri.
Loro, Munari e Belgrano, non erano d’accordo: c’erano questioni da trattare di pedagogia didattica psicologia sociologia e teoria dell’informazione…
In tutti questi anni per me il punto più scientifico da trattare è stato quel: anche casuale.
Non solo: fin che io sono riuscito a conservare al cinema dei bambini le stesse condizioni del primo “La chitarra”, anno per anno scolastico bambini cosiddetti normali differenziali o subnormali, classi intere sfornavano freschi piccoli film di grande cinema, che messi a confronto, passati al setaccio, al microscopio, grattati sotto e sopra dai grandi esperti, in proiezione incantavano tutti e nessuno li dimenticava.
Nei fatti ho continuato a fare cinema, la produzione e la distribuzione dei film d’autori bambini, migliori di quelli che avrei potuto firmare io.
(Marcello Piccardo, “La collina del cinema” – Nodo Libri – Como)

 

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